Un coraggioso thriller politico che mette a nudo l'intolleranza, la xenofobia e la manipolazione dei media nella Danimarca di oggi: il Paese con la legge anti-immigrazione più severa d’Europa, sempre più impaurito dal diverso ma preoccupato di salvare le apparenze della sua tradizionale ospitalità.
La trama: Iraq, 2005. L’inviata danese Rikke Lyngdal viene rapita da una cellula terroristica e mutilata in diretta tv: se la Danimarca non ritira le sue truppe morirà. Il governo non cede, la tensione è al culmine, quando il mondo apprende incredulo della sua fuga. Rikke è promossa a eroina nazionale, e politici, giornali e tv se la contendono per farne il simbolo della propria causa. Ma la sua storia è troppo perfetta per essere vera. E se avesse mentito? E se fosse complice di Nazir, il giovane iracheno dai penetranti occhi azzurri che la guerra ha spinto al terrorismo, ora comparso sul suolo danese? Una serrata caccia all’uomo mette a nudo l’altra faccia della civile Danimarca, dove un partito populista fomenta le ansie xenofobe per guadagnare consensi, e i media sono al servizio del profitto più che della verità. Al brivido del thriller si unisce la critica graffiante di una società vittima delle proprie paure, di una politica fatta di slogan dove vince chi urla più forte e in cui risuonano echi sorprendentemente familiari.
Olav Hergel si afferma come giornalista e lavora per i più importanti quotidiani danesi, nel 2006 riceve il premio Cavling, il più alto riconoscimento della stampa nazionale, per un’inchiesta sui centri di accoglienza del proprio paese. Il suo romanzo d’esordio Il fuggitivo è divenuto subito un bestseller ed è ora in corso di traduzione in diverse lingue. Dal libro è stato tratto il film Flugten, che ha riscosso un grande successo nel Nord Europa.
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