Una lunga scia bruna collega la porta d’ingresso a una massa scomposta e scura, sul pavimento di marmo bianco. A una prima occhiata è difficile rendersi conto di che cosa si tratti; avvicinandosi lentamente, però, appaiono alcuni dettagli: un piede, un braccio, una spalla. Sono i corpi senza vita di un uomo e una donna, corpi su cui l’assassino, munito probabilmente di sega elettrica, si è accanito con ferocia e che poi ha ricomposto in un’orrenda danza macabra di carne e sangue.
È questa l’immagine che Nan Vining, detective della polizia di Los Angeles, si trova di fronte appena varcata la soglia della scena del crimine. Per Nan, però, quello non è solo un massacro, un crimine efferato di ordinaria amministrazione, come per i suoi colleghi. Lei, quel dolore, lo ha provato in prima persona e ancora ne porta le cicatrici, nel corpo e nell’anima. Qualche mese prima è stata aggredita con violenza e quel giorno è inciso a fuoco sulla sua pelle, come la lunga cicatrice che le deturpa il collo dall’orecchio fino alla spalla sinistra.
Sconvolta da quelle immagini atroci, Nan comprende che è giunto il momento di affrontare il proprio passato, quella ferita ancora aperta che le impedisce di guidare le indagini con la freddezza che richiederebbero. Deve trovare chi l’ha ridotta così, una creatura fragile e indifesa, e punirlo. Non c’è nessuno che possa aiutarla, nemmeno Jim Kissick, suo collega da tanti anni. È un gioco a due a cui non può sottrarsi se vuole sopravvivere
Un thriller dai personaggi forti, con una trama curata meticolosamente e una lodevole ricchezza di dettagli capaci di suscitare grandi emozioni in chi legge
Dianne Emley è laureata in filosofia e specializzata in marketing. "Una ferita aperta", uscito a novembre 2010 nelle librerie italiane, è il suo secondo romanzo.
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