In libreria "I sette peccati capitali e le sette virtù capitali" (Garzanti) di Giorgio Scerbanenco . Questa è la versione «alla Scerbanenco» della Divina commedia, un viaggio dall'inferno dei vizi al paradiso delle virtù (con qualche deviazione e imprevisto). In 14 quadri, troviamo il bene e il male, e personaggi memorabili che parola dopo parola, gesto dopo gesto, sembrano balzare fuori dalla pagina per diventare creature vive. Siamo testimoni di delitti efferati ma ci colpiscono anche i sentimenti più generosi e toccanti. Manca però il purgatorio: per Scerbanenco, magistrale e spietato radiografo del crimine, esistono solo il bene e il male, che accendono narrative perfette, che agganciano il lettore dall'inizio e lo travolgono con una irresistibile sequenza di emozioni, adrenalina e sorprese. È Scerbanenco al suo meglio, in un libro che esplora la varietà e la follia dei comportamenti umani, dal più abbietto al più generoso.
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