"Sezione Suicidi" di Antonin Varenne (Einaudi)
Le «vittime» si sono tolte la vita nude e in pubblico, quasi seguissero tutte un medesimo, misterioso rituale.... Una catena di inspiegabili suicidi segna l'indagine di Guérin, l'eccentrico poliziotto, protagonista del romanzo che ha entusiasmato i lettori francesi.
La Suicidi era una corvée che alla polizia giudiziaria tutti temevano. Non una sezione vera e propria, ma una parte del lavoro che aveva una tendenza naturale a separarsi dagli altri compiti. Ogni supposto suicidio era l’oggetto di un rapporto, che confermava o infirmava i fatti. Se c’era un dubbio, si apriva un’inchiesta; quasi sempre si trattava solo di fare una crocetta da qualche parte. Se per caso si apriva una vera indagine, Guérin ne perdeva la gestione e la passava a tipi come Berlion e Savane. Le potenze gerarchiche che ti portavano alla Suicidi potevano essere ribaltate esclusivamente da forze ancora piú grandi, che non si sapeva nemmeno se esistessero. Si usciva dalla Suicidi solo per andare in pensione, passando per la depressione e una casa di riposo, oppure – e i casi erano frequenti in quel campo, piú ancora che nel resto della polizia – finendo per ficcarsi in bocca la pistola d’ordinanza.
Erano tutte opzioni che i colleghi avevano augurato a Guérin, in un ordine di preferenza variabile. Ma quello che nessuno aveva immaginato era che lui ci si sentisse come un pesce nell’acqua. Ed era successo. Cosí Guérin aveva aggiunto all’odio provato dai suoi colleghi anche la repellenza viscerale che suscitano i perversi quando, tuffandosi in ciò che a tutti ripugna, paiono dilettarsene.
Antonin Varenne è considerato l'astro nascente del noir francese. Curioso personaggio, coltissimo, giramondo e laureato in filosofia, oltre a Sezione Suicidi (Einaudi, 2011), clamoroso successo di critica e di pubblico e vincitore del Prix Michel Lebrun 2009, del Grand Prix du jury Sang d'Encre 2009 e del Prix du Meilleur Polar des Lecteurs de Points, ha pubblicato altri due romanzi.
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