lunedì 28 febbraio 2011

Autunno a Berlino

"Autunno a Berlino" di Paolo Bertetto (Piemme)

Nella Berlino turbolenta dei primi anni Venti, due casi di omicidio vengono chiusi in maniera troppo sbrigativa. Uno è quello di Rosa Luxemburg, la celebre rivoluzionaria rapita e poi assassinata in circostanze misteriose nel 1919, al termine della settimana di sangue in cui gli Spartakisti tentano la rivoluzione socialista. L’altro, avvenuto a un anno di distanza, è quello di Lisa Rosenthal, moglie del regista Fritz Lang, uccisa da un colpo di pistola al petto mentre in casa con lei sono presenti il marito e l’amante di quest’ultimo.

Nessuno ha mai messo in discussione la tesi del suicidio con cui la polizia ha liquidato l’indagine sulla morte di Lisa. Nessuno è mai andato a fondo sul caso della Luxemburg cercando il vero mandante, che potrebbe annidarsi nello stesso governo.

 
Ma il procuratore capo von Wick non ha intenzione di accontentarsi della verità ufficiale e indaga su entrambi i casi. Addentrandosi nella Berlino notturna, si scontrerà con una cortina di silenzio pressoché impenetrabile, dietro la quale si celano intrecci proibiti tra criminalità, trasgressione e potere.

Paolo Bertetto vive a Roma, dove insegna teoria e interpretazione del film nell’università La Sapienza. Si occupa di cinema da molti anni: come docente e curatore di mostre. È esperto di Buñuel, Lynch e soprattutto di Lang e del cinema tedesco degli anni Venti, cui ha dedicato tre libri. È stato direttore scientifico del Museo Nazionale del Cinema. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo le più recenti: Lo specchio e il simulacro (Bompiani, 2007) e La macchina del cinema (Laterza, 2010). Autunno a Berlino è il suo secondo romanzo, dopo il thriller Cuore scuro (Piemme, 2008).

domenica 27 febbraio 2011

Black City

"Black City" di Victor Gischler (Newton Compton)

In libreria dal 17 febbraio il nuovo romanzo di Victor Gischler, "Black City". Il mondo sembra arrivato alla fine: epidemie, terremoti, crac finanziari e attentati minacciano di distruggere la civiltà. Mortimer Tate, agente assicurativo fresco di divorzio, decide di ritirarsi in solitudine su una montagna del Tennessee, con scorte di viveri e armi. Passano ben nove anni prima che decida finalmente di scendere a valle per scoprire cosa ne è stato del mondo che conosceva. È così che Mortimer si ritrova in un paesaggio surreale. L’America non esiste più. Quel poco che rimane dell’umanità si raccoglie intorno ai club di strip tease di Joey Armageddon, tra birra ghiacciata, ballerine di lap dance e buttafuori armati di fucili. Accompagnato da pochi sopravvissuti – il cowboy Bill, la spogliarellista Sheila e Ted, l’uomo delle montagne – Mortimer affronta pericoli, violenza e devastazione, fino ad arrivare alla città perduta di Atlanta, dove lo attende una sfida che può determinare il futuro della civiltà…

 
Un viaggio spericolato tra cannibali, schiavisti, pericoli di ogni tipo, in un’atmosfera di devastante squallore… Ma non è il solito romanzo che gioca con il tema della fine del mondo. È un libro divertente, ma anche serio, violento, profondo, che sottende un’intelligente satira della società americana. Un libro che vuole tenerci col fiato sospeso dall’inizio alla fine.

leggi on line un estratto del libro in formato PDF

Victor Gischler è uno scrittore statunitense, autore di romanzi gialli hard boiled e sceneggiatore di fumetti per la Marvel Comics (The Punisher, Wolverine, Deadpool). E' stato a lungo docente di Scrittura creativa alla Rogers State University, in Oklahoma, ed è autore di sette romanzi tradotti in varie lingue. Il romanzo d'esordio del 2001, La gabbia delle scimmie (Meridiano Zero), gli è valso una candidatura al Premio Edgar, mentre per Shotgun Opera è stato finalista dell'Anthony Award. Ultima pubblicazione in Italia, Anche i poeti uccidono (Meridiano Zero).

I vermi conquistatori

"I vermi conquistatori" di Brian Keene (Edizioni XII)

Edizioni XII con "I vermi conquistatori" (The Conqueror Worms) in uscita il 28 febbraio è il primo editore a pubblicare in Italia una opera di Brian Keene, autore di romanzi, racconti, novelle e graphic novel di genere horror tradotti in tutto il mondo, vincitore di due Bram Stoker Award.

Teddy Garnett è un arzillo vecchietto e non vuole saperne di lasciare la casa in cima agli Appalachi dove ha vissuto per decenni con la compianta Rose. Non gli importa della pioggia incessante, un diluvio catastrofico che ha messo in ginocchio l’intero pianeta, né di essere l’unico essere umano ancora vivo nella piccola comunità di Punkin’ Center, ormai ridotta a un isolotto in mezzo alle acque. Senza paura, Teddy aspetta il giorno in cui si avvererà il suo unico desiderio: riabbracciare la moglie. Ma quando riceve la visita di Carl, il suo migliore amico creduto morto o portato in salvo dalla Guardia Nazionale, scopre che ci sono cose peggiori della pioggia.

Cose che serpeggiano sottoterra, creature striscianti che tarlano il sottosuolo e scavano verso la superficie per rivelarsi al mondo. E conquistarlo.


sabato 26 febbraio 2011

Anteprima: La Stella di Strindberg di Jan Wallentin

"La stella di Strindberg" di Jan Wallentin (Marsilio)

Come già segnalato dal nostro blog, è arrivata in libreria (anche in ebook) "La stella di Strindberg"  il primo romanzo di Jan Wallentin, già paragonato da molti a Dan Brown,  che si preannuncia come il nuovo caso editoriale proveniente dalla Svezia. Si tratta del  libro più conteso all’ultima Fiera del Libro di Londra, ai vertici delle classifiche in Svezia e in corso di pubblicazione in 20 paesi.

Disponibili on line le prime trenta pagine del romanzo:

Il suo viso era davvero avvizzito, nemmeno la cura della truccatrice poteva nasconderlo. E dire che la poverina si era data da fare per almeno quindici minuti con spugnetta, pennello e fondotinta color pesca. Una volta rimessi a posto i Ray-Ban, le guance grigiastre sfoggiavano una lucentezza innaturale. Alla fine la truccatrice gli diede un leggero colpetto sulla spalla: «Ecco fatto, Don. Tra un po’ verrà qualcuno a prenderla.» Poi gli rivolse un sorriso nello specchio cercando di apparire soddisfatta, ma lui sapeva bene cosa stava pensando. A farshlepte krenk, una malattia cronica, ecco cos’era la vecchiaia. Aveva appoggiato la borsa a tracolla al piede della sedia girevole. Non appena la truccatrice fu uscita, si chinò a rovistare tra i flaconi, le fiale e i blister che conteneva, scelse due compresse tonde, venti milligrammi di diazepam, poi si raddrizzò, se le posò sulla lingua e le mandò giù. Nella luce al neon dello specchio, la lancetta dell’orologio a parete avanzò di uno scatto: le sei e trentaquattro minuti. Sul monitor a circuito chiuso ronzavano le notizie del mattino: ancora undici minuti e sarebbe partito il primo talk-show della giornata. 10 Don sentì un colpetto alla porta e intravide un’ombra sulla soglia.

continua a leggere on line in formato PDF
 
La trama: Le distese dell’Artico alla fine dell’Ottocento. Tre esploratori svedesi scompaiono dopo un avventuroso viaggio in pallone. Sono in pochi a sapere che a bordo di quel pallone Nils Strindberg aveva con sé una stella e una croce di origine sconosciuta. Ma nessuno sa dove sono finite. Più di cento anni dopo, immergendosi in una vecchia galleria mineraria di una remota regione della Svezia, un sommozzatore scopre un corpo che la miniera custodisce da lunghi anni, con il suo segreto: una croce ansata che rappresenta il simbolo egizio della vita. Potrebbe trattarsi dello stesso oggetto gelosamente conservato da Strindberg? Ma dove si nasconde la stella? Don Titelman, uno storico eccentrico esperto di miti e simboli religiosi, viene coinvolto e trascinato suo malgrado nella ricerca dell’altra metà della chiave: braccato da una misteriosa e potente Fondazione segreta, Titelman fugge attraverso l’Europa inseguendo l’antico mistero che lo porterà a ripercorrere le tracce di Strindberg tra i ghiacci del Polo e a scoprire il vero scopo della sua spedizione.

Sangue in sala da pranzo

"Sangue in sala da pranzo" di Gertrude Stein (Sellerio)

Fu una strana estate quella del 1933 nella casa di campagna di Gertrude Stein, nella valle del Reno, «febbrile» la definisce la scrittrice: un disordine e una inquietudine si impadroniscono della villa, complice l’avvicendarsi frenetico degli ospiti e dei servitori, senza dire dei tanti incidenti che capitano, dal sabotaggio delle due automobili alla cacciata dei domestici italiani. È proprio per questa specie di turbamento, per questo gioco delle coincidenze che prende forma in Gertrude Stein l’idea di scrivere un romanzo poliziesco, tanto più che proprio in quell’estate una vicina di casa viene trovata assassinata, colpita da due proiettili, e l’albergatrice del vicino villaggio muore in circostanze misteriose cadendo dal quinto piano dell’hotel.

Gertrude Stein, ormai scrittrice affermata, si trova però a un bivio. È afflitta dal blocco dello scrittore e si addentra nel mondo del poliziesco proprio per ritrovare la sua vena creativa. Combinando gli elementi dell’associazione libera e del monologo interiore - che sono le caratteristiche della sua scrittura - si abbandona al genere giallo ma lo fa alla sua maniera: presenta una serie di delitti e di indizi invitando il lettore a fornire il suo verdetto. Il risultato è un giallo sui generis, dove la storia rimane solo tracciata, c’è sì il sangue in sala da pranzo, ma la trama si frantuma e con essa il linguaggio.

Gertrude Stein (1874-1946) scrittrice e poetessa americana, trascorse gran parte della sua vita a Parigi dove si era trasferita agli inizi del Novecento. Nella capitale francese fu instancabile animatrice di un salotto frequentato dai maggiori artisti e letterari dell’epoca. Ammirata da Thornton Wilder, Picasso (che le fece un celebre ritratto) e Hemingway, tra le sue opere più note: "Tre esistenze", "L’autobiografia di Alice B. Toklas", "Guerre che ho visto"

giovedì 24 febbraio 2011

Anteprima di Altri regni di Richard Matheson


Divenuto ormai da tempo un autore di culto nel campo del genere fantastico, all’età di ottantaquattro anni Richard Matheson è ancora in grado di stupire il suo pubblico. Altri regni conferma le sue intatte capacità di narratore, unite in questo caso a una vena di leggera autoironia, a una sorta di gioco della scrittura che irride sé stessa, senza peraltro rinunciare ad ammaliare il lettore con una storia sospesa tra il fantasy e l’horror, e che affonda le sue radici nel romanzo gotico inglese.

Alexander White è il protagonista di un’avventura che lo porterà dalle atrocità della Grande guerra fino a un mondo impossibile del quale diventerà a poco a poco, e suo malgrado, una parte integrante. Vivrà in prima persona tutta la fascinosa bellezza e la crudele diversità dei suoi diciotto anni, prima con la razionalità e poi con l’abbandono al suo destino. Storia d’amore e di mistero, Altri regni è l’ennesima dimostrazione che dai tempi di Duel e di Io sono leggenda, Richard Matheson è ancora in grado di descrivere il fascino della paura e la forza dell’ignoto.

Estratto di Altri regni:

Sono nato a Brooklyn, New York, il 20 febbraio del 1900. Figlio del capitano Bradford Smith White e di Martha Justine Hollenbeck. Avevo una sorella, Veronica, più piccola di me, morta nello stesso anno in cui ebbero inizio questi strani avvenimenti.Il capitano Bradford Smith White era un porco. Ecco, l’ho scritto, dopo tanti anni. Era un porco calzato e vestito. No,non lo era. Era un uomo malato. Il suo cervello era contorto; infestato dalle ombre, si potrebbe dire. Veronica e io (specialmente Veronica) soffrimmo moltissimo il suo carattere violento. La sua era una disciplina ferrea. Credo che l’arruolamento in marina gli abbia risparmiato l’internamento in un manicomio. Dove altro avrebbe potuto sfogare il suo temperamento quasi da demente? Nostra madre, dolce ed emotiva, morì prima di compierequarant’anni. Dovrei dire ‘se la cavò’ prima di compiere quarant’anni. Il suo matrimonio fu un soggiorno prolungato all’inferno. Vi offro un piccolo esempio. Un giorno di marzo del 1915 mamma, Veronica e io ricevemmo un invito (un ordine) a partecipare a un pranzo sulla nave di papà (una nave ausiliaria, ricordo). Nessuno di noi voleva andarci, ma in pratica non avevamo scelta: o il pranzo sulla nave di papà oppure, in caso di rifiuto, diverse settimane (forse un mese) di punizioni non ben precisate.

From Hell: Speciale Rusty Dogs - 1° parte

Primo speciale per la rubrica From Hell curata da Marco Battaglia, dedicato a un progetto davvero interessante, Rusty Dogs, storie noir a fumetti on line sceneggiate da Emiliano Longobardi e curate con passione da una squadra di talento:

Emiliano Longobardi, di Sassari, libraio e sceneggiatore di fumetti, è l’ideatore di questo progetto ambizioso. Storie brevi autoconclusive, destinate al web, godibili da tutti, che nel limite delle quattro pagine regalano scorci di grande letteratura noir (o pulp, o hardboiled, o qualche altra etichetta, se ve ne servono). Nel far questo l’autore si avvale anche della preziosa collaborazione di Andrea Toscani, nel ruolo di editor, e Mauro Mura che, oltre a essere creatore del logo della serie e curatore grafico del blog, è anche il letterista.

Longobardi, con maestria e profondità di scrittura, ci dona, storia dopo storia, un coinvolgente affresco noir in cui le anime di chi si è perso per le strade e i vicoli di New York condividono con il lettore riflessioni, delusioni, esperienze di vita e di morte. Un compendio, ecco come lo definirei, un compendio di letteratura crime-noir. I personaggi ci sono tutti, i temi anche, e sempre trattati con originalità e capacità. Pistole, sicari, colpe, rimorsi, tradimenti, truffe, poliziotti corrotti e giornalisti pronti a scoprirli. Ogni numero di Rusty Dogs è la tessera di un mosaico, e pezzo dopo pezzo impariamo a ricostruire geografie ed eventi.

Uno dei punti di forza assoluti dell’opera, oltre al valore della scrittura, è l’ampio numero di disegnatori che ha dato il proprio appoggio e disponibilità a partecipare al progetto (che vi ricordo essere nato da idee e passione, senza alcun contributo economico). Quarantadue tra i migliori artisti del fumetto si danno il cambio per illustrare ognuno una storia diversa. Basta leggere l’elenco presente sul sito di Rusty Dogs perché saltino all’occhio nomi importanti, che hanno lavorato per editori nazionali e internazionali. È un peccato non poterli menzionare tutti, dato il valore di ciascuno di essi. Mi limiterò a citarne alcuni: Riccardo Burchielli, Lorenzo Ruggiero, Carmine Di Giandomenico, Giacomo Bevilacqua, Werther Dell’Edera, Massimo Dall’Oglio


Dal momento che sto esaurendo la riserva di lodi sperticate (meritate), invito Emiliano Longobardi a sedere al bancone del nostro Nero Cafè e, tra un bicchiere e l’altro, a scambiare qualche parola su Rusty Dogs e fumetti.

[Nero Cafè] Rusty Dogs è in circolazione da più di un anno, riscuotendo consenso e successi. Come immagini questo progetto in futuro, diciamo tra cinque anni?

[Emiliano Longobardi] Innanzitutto spero che sia più che concluso. E lo dico solo perché - nella mia testa - Rusty Dogs ha in effetti una sua chiusura ideale con un ultimo episodio scritto e realizzato appositamente per mettere un punto ben chiaro sulla serie. Nel momento in cui il progetto sarà ancora più strutturato redazionalmente (leggi: quando sarà in cantiere un numero di storie tale da poterci sbilanciare su una data sufficientemente precisa di conclusione) magari ci potremo porre tutta un'altra serie di obiettivi che - in questo momento - potrei elencare giusto per gioco, ma è davvero troppo presto per parlarne e preferisco concentrarmi su ciò che c'è e su ciò che deve esserci piuttosto che su ciò che potrebbe esserci in futuro.




[NC] Ritieni che avere un punto d'arrivo già stabilito, almeno idealmente, ti aiuti a portare avanti il progetto? Te lo chiedo perché immagino che il non avere scadenze editoriali e tutti gli altri impegni professionali possano influire sul lavoro che Rusty Dogs richiede.

[EL] Influiscono eccome, soprattutto quando uno paga l'inesperienza che posso avere io non solo come sceneggiatore, ma anche a livello di gestione/programmazione redazionale. Per rispondere alla tua domanda, comunque, sì: avere un punto d'arrivo aiuta. Ma si tratta di un punto d'arrivo che è nato insieme all'idea stessa di Rusty Dogs e che sarà uno degli elementi chiave di tutto il progetto. Come sempre, poi, il resto lo farà il punto di equilibrio che spero di raggiungere fra intenzione ed effettiva realizzazione.

Lo Speciale Rusty Dogs prosegue sul prossimo numero di From Hell.


(Nero Cafè - Marco Battaglia)

mercoledì 23 febbraio 2011

La figura di cera

"La figura di cera" di Riccardo D'Anna (Gargoyle)

Esce in questi giorni in libreria "La figura di cera", di Riccardo D'Anna. Lo scrittore romano, già autore di un interessante libro autobiografico (Una stagione di fede assoluta) e di un romanzo molto apprezzato (Saint-Ex), si cimenta per la prima volta con la letteratura horror, e lo fa attraverso un omaggio a "Il morso sul collo" di Simon Raven, di cui avera già curato l'editing. 

Londra 1958. Una serie di misteriosi suicidi preludono alla riapertura di un caso risolto forse solo in apparenza, denso di preoccupanti e inaspettati sviluppi. La scomparsa dalla tomba di una marchesa caduta in disgrazia, da poco defunta fra le mura di un appartamento londinese – donna dall’indiscutibile fascino, musa ispiratrice di D’Annunzio, appassionata di occultismo e interprete dei brillanti riti della belle époque – muove i protagonisti, in una corsa contro il tempo, alla ricerca del suo calco di cera da cui ella avrebbe potuto riattingere vita.

Dopo un incontro a Venezia con Peggy Guggenheim, i nostri eroi si vedranno costretti a recarsi a Berlino, in una citta' che mostra ancora le ferite della guerra e dove sopravvivono gli ultimi scampoli di quelle societa' segrete che furono legate ai presupposti oscuri e alle origini magiche del nazismo.

Non solo, quindi, un semplice romanzo di genere, ma un racconto che coniuga atmosfere noir e sfondi storici, personaggi reali e derive fantastiche.



Riccardo D’Anna e' nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora. Saggista e scrittore, ha pubblicato "Una stagione di fede assoluta "(PeQuod, 2006) e "Saint Ex" , ipotesi fantasiosa sugli ultimi giorni di vita di Antoine de Saint-Exupéry. (Avagliano, 2008).

martedì 22 febbraio 2011

Il sentiero di rose

"Il sentiero di rose" di Marcello Gagliani Caputo (Ciesse)

Nel panorama degli esordienti c'è sempre qualche nuovo nome interessante e il Terzo Occhio stavolta si è posato su Marcello Gagliani Caputo, che ha composto un thriller di ambientazione italiana dalle potenzialità in parte inespresse.

Il libro è strutturato in modo che il lettore segua tre vicende diverse, convergenti nel finale.

C'è un commissario a cui viene affidata l'indagine su una serie di delitti che ricalcano in tutto e per tutto degli omicidi avvenuti quattro anni prima, l'ultimo dei quali ha visto la morte di sua figlia. E quindi c'è introspezione psicologica, c'è il conflitto, la paura di non essere di nuovo all'altezza, il coraggio di riprovarci, la determinazione di un uomo spezzato.

Ci sono due ragazzi che si incontrano e si innamorano. La loro storia è però segnata dalla ricomparsa di un ex-fidanzato geloso e dalla nascosta minaccia di questi delitti, che sembrano puntare a dividerli, in un modo o nell'altro.

C'è un vecchio psicologo costretto a rituffarsi nel passato per affrontare i suoi fantasmi e mettere fine, una volta per tutte, agli omicidi del “paparazzo”, come viene chiamato il serial killer delle rose, che ama sistemare le sue vittime in pose che ricordano quelle di un calendario.

Il romanzo si legge tutto d'un fiato, la lettura risulta fluida e piuttosto piacevole. La struttura a tre piste funziona egregiamente, spingendo il lettore verso ogni capitolo con la curiosità di andare avanti. Quel che invece funziona meno, o non funziona affatto, è il finale. A parte qualche imperfezione al livello di intreccio e di logica investigativa che, sebbene possa passare inosservata, c'è, si arriva al punto da comprendere fin troppo presto chi sia il “paparazzo”. Qui non lo diciamo, ma quando si hanno poche alternative e il depistaggio da parte dell'autore viene attuato in modo sfacciatamente palese, la soluzione si presenta da sola.

Inoltre è un vero peccato ritrovarsi di colpo in uno di quei filmetti americani in cui la famigliola di turno si ritrova rintanata in una baita di montagna isolata dal mondo, minacciata da uno squilibrato che ha tutti i deus ex-machina del caso per uscire di testa al momento opportuno, finendo per rovinare il proprio astuto – e folle – piano.

In definitiva, belle alcune immagini – come il sentiero di rose che dà il titolo all'opera – e situazioni – i ricordi dello psicologo su tutte – ma si tratta di un lavoro riuscito solo a metà, che avrebbe avuto bisogno di idee più fresche. Insomma, luci e ombre in quello che è a tutti gli effetti un romanzo d'esordio.

Il Terzo Occhio si spegne. Girata l'ultima pagina, è bene ritirarsi tra le braccia di Morfeo, per riposare l'iride e la pupilla e prepararsi a una nuova lettura.

(Nero Cafè - Daniele Picciuti)
 

lunedì 21 febbraio 2011

Exit

Exit di Olen Steinahuer (Giano)

«La ragazzina ha quindici anni. Si chiama Adriana Stanescu... Uccidila e sbarazzati del corpo». A ricevere l’agghiacciante incarico, in un hotel di Berlino, è un uomo segnato dal passato, angosciato dal presente e alla ricerca di una via d’uscita per il futuro. La vita di Milo Weaver, infatti, è un’intricata ragnatela in cui quasi tutto è segreto: il suo lavoro, il suo vero nome, la sua famiglia, le sue origini. Americano con un’infanzia trascorsa per buona parte in Russia, Weaver è un «turista», che nel gergo della segretissima sezione della CIA per la quale lavora indica un agente privo «di un’identità fissa, di una casa, di principi morali», inviato da un luogo all’altro della terra per gli scopi piú inconfessabili e le Black Ops, le operazioni coperte in cui è in gioco davvero il potere.

 Il rapporto di Weaver con l’Agenzia è stato messo a repentaglio un anno prima da una missione in Sudan che lo ha visto coinvolto nell’omicidio di un carismatico mullah e nella morte del suo diretto superiore e mentore, il responsabile della «sezione turismo». Ma a distanza di un anno da quei terribili eventi, la sezione lo richiama in servizio con il laconico messaggio che sembra fatto apposta per provocare angosciosi dilemmi nell’unico agente ad avere una figlia. Perché uccidere una ragazzina la cui unica colpa sembra quella di essere figlia di immigrati moldavi alla ricerca di stabilità economica e integrazione sociale nella ricca Germania? Il nuovo capo della sezione turismo, l’imperscrutabile Alan Drummond, vuole forse in questo modo valutare la freddezza e la dedizione al lavoro del suo controverso agente? O nel passato di Adriana si nasconde qualcosa di indicibile, che ha segnato per sempre il suo destino?

A complicare la vicenda, e a trasformarla in una cruenta battaglia in giro per l’Europa, ci si mettono pure un’auto con due tedeschi a bordo che segue Weaver senza troppo nascondersi, la scomparsa a Budapest di un giornalista esperto in cospirazioni internazionali e la sconvolgente notizia che la «sezione turismo» è in pericolo per la presenza di una talpa. Per Weaver, un uomo che «nonostante l’addestramento ricevuto dall’Agenzia, possiede ancora un universo morale», tutte le incertezze erompono con violenza e lo mettono con le spalle al muro, facendolo sentire nuovamente derubato della propria coscienza da trame oscure e imperscrutabili.

domenica 20 febbraio 2011

Bianco e Nero: La stanza numero 18 di Mignon G. Eberhart: L'antenato di E.R.


La stanza numero 18 di Mignon G. Eberhart: L'antenato di E.R.

“Se non fossimo stati tutti lì a fissare quella piccolissima ferita, non avremmo notato la gocciolina di sangue che ne sgorgò; una gocciolina appena visibile, ma che bastò a ricordarci che, secondo una vecchia superstizione popolare, un cadavere sanguina quando gli è vicino il suo assassino.”

Siamo nel 1929. La Eberhart pubblica il suo primo romanzo giallo. Americana di Lincoln, Nebraska, personaggio eclettico e curioso, la Eberhart (nata Good, da cui la G) si ispira alle opere di Mary Rinehart, che legge nei lunghi viaggi accanto al marito, ingegnere civile. Diviene immediatamente popolarissima al punto da ottenere la laurea honoris causa nell'Università del Nebraska, che frequentò senza mai completare.

Nota come l'Agatha Christie d'America, nella sua vita scrive 59 romanzi, ottenendo numerosi riconoscimenti.

"La stanza numero 18" è il primo romanzo della Eberhart con protagonista Sarah Keate, voce narrante e infermiera dall'occhio lungo, che spesso finisce sul luogo del delitto ed incrocia l'investigatore Lance O'Leary.

Romanzo dalle atmosfere buie, cupe, con il temporale e la pioggia come sfondo permanente, ambientato in un ospedale, tra medici che muoiono, o che non sono ciò che sembrano, infermiere provocanti ed ambigue, ricchi decadenti e malati dalle forti caratterizzazioni. La Keate, personaggio seriale della Eberhart, catalizza la simpatia del lettore:

“Maria nutre una grande ammirazione per i miei capelli e forse, in un certo senso, non ha tutti i torti, sempre, naturalmente, che piacciano i capelli rossi e molto folti. Io non mi sono mai tagliata i capelli. Una donna della mia età e specialmente se ha il naso aquilino, la pelle lentigginosa, una certa tendenza alla pinguetudine e dei piedi enormi, non dovrebbe mai portare i capelli corti”.

Il tema dell'eroina in pericolo, che ricorre nei romanzi della Eberhart, trova qui un primo saggio. Suspense, azione, atmosfere credibili e personaggi azzeccati si muovono dentro e fuori la stanza numero 18 e l'ospedale Sant'Anna, tra inseguimenti al buio e amori illeciti: tutti sospetti, nessuno escluso fino al finale a sorpresa. La Eberhart già dal suo romanzo d'esordio si dimostra maestra di trama.


(Nero Cafè - Cristian Fabbi)


sabato 19 febbraio 2011

Bacchiglione blues

"Bacchiglione Blues" di Matteo Righetto
(Perdisapop)

Sembra di essere nella Louisiana occidentale, tra fischi di pallottole e uomini senza coscienza. Siamo invece in Italia e questo non è un film.

Lungo il corso selvaggio di un fiume in piena, in mezzo a campi di barbabietole, vecchi sfasciacarrozze e cascine abbandonate, tre balordi sequestrano la giovane moglie di un industriale dello zucchero. L’uomo decide allora di risolvere a suo modo la questione, assolda una seconda squadra di banditi e presto la situazione precipita in una serie inarrestabile di colpi di scena.

Questa è la profonda provincia rurale del nord-est, dove si annidano personaggi tanto grotteschi quanto verosimili, criminali sprovveduti, bifolchi fuori controllo e proprio per questo capaci di tutto. Da una delle voci più decise del pulp italiano, un romanzo pirotecnico ed esilarante che è pura miscela esplosiva.

Matteo Righetto è nato nel 1972 a Padova, dove vive e insegna Lettere alle scuole superiori. Ha pubblicato Savana Padana (Zona, 2009) e nello stesso anno ha co-fondato il movimento letterario Sugarpulp

Arriva in Italia Weird Tales


Riceviamo un comunicato stampa della Funfactory Entertainment, riguardante l'esordio sul mercato della versione italiana di Weird Tales, la rivista letteraria di controcultura americana dedicata al fantasy, all’horror, a tutto ciò che è “bizzarro”. Fondata nel 1923 e accolta subito come rivista “popolare”, Weird Tales è diventata col tempo il punto di riferimento per tutti gli scrittori e gli appassionati del genere fantastico in generale, raccogliendo racconti cult di autori ritenuti delle pietre miliari del genere, da H. P. Lovecraft a Clark Ashton Smith, da Seabury Quinn a Ray Bradbury, da Richard Matheson a Robert Bloch.

Nel primo numero della versione italiana di Weird Tales racconti inediti di Tanith Lee, Michael Moorcock, Michael Bishop, e la recensione fantasma di Valerio Evangelisti. Inoltre uno speciale sugli 85 anni della rivista, interviste a J.R. Lansadale e Neil Gaiman, e ancora articoli, recensioni e curiosità sull’universo “weird” e su H. P. Lovecraft

In allegato alla rivista  il dvd Post Mortem, in cui Mick Garris (il creatore della serie di culto Masters of Horror) intervista le più importanti leggende del cinema horror contemporaneo, da John Carpenter (Halloween, The Fog) a Frank Darabont (The Walking Dead), da Tobe Hooper (Non aprite quella porta, Poltergeist) a William Friedkin (L’Esorcista) e Wes Craven (Nightmare, Scream).
 
Per maggiori informazioni rimandiamo al sito della Funfactory Entertainment:

giovedì 17 febbraio 2011

L'ombra del camaleonte

"L'ombra del camaleonte" di Minette Walters (Longanesi)

Quello che è tornato da una missione in Iraq è un uomo a pezzi. Unico sopravvissuto all’esplosione del suo blindato, il tenente Charles Acland ha profonde ferite nel corpo, ma soprattutto è psicologicamente devastato. Distrutto dal fatto di non aver potuto fare niente per i suoi compagni, arrabbiato con un esercito che non vuole più saperne di lui, Acland sfugge ogni contatto umano, da quello con i genitori a quello con l’ex fidanzata, la bellissima e delicata Jen, che l’aveva lasciato alla vigilia della partenza e che ora vorrebbe riallacciare il rapporto. Nonostante il parere contrario dello psichiatra dell’ospedale militare, Acland rifiuta ulteriori sedute e si trasferisce a vivere a Londra, da solo, convinto di riuscire ad affrontare i feroci mal di testa e la parziale amnesia che gli hanno lasciato le ferite.

Nella sua nuova casa Charles si fa notare per il suo comportamento asociale, è spesso vittima di violenti attacchi d’ira ed è subito pronto a menar le mani come unica soluzione. Un profilo che ben si adatta a quello di un serial killer che sta colpendo da mesi, uccidendo barbaramente uomini soli alla ricerca di un po’ di compagnia. La polizia ne è sempre più convinta, soprattutto perché Charles non sembra voler fare nulla per difendersi...
 
Minette Walters, nata nel 1949 nell’Hertfordshire, è considerata una delle maggiori autrici del giallo classico all’inglese, sulla scia di Agatha Christie, P.D. James ed Elizabeth George. Dopo un passato giornalistico ha esordito nel 1992 con il romanzo The Ice House, aggiudicandosi il premio John Creasey della Crime Writers’ Association, prestigioso riconoscimento dedicato alle opere prime. Ha poi consolidato il suo successo con il premio Edgar Allan Poe e il Gold Dagger della Crime Writers’ Association.

mercoledì 16 febbraio 2011

Prima che sia troppo tardi

"Prima che sia troppo tardi" di Linwood Barklay (Piemme)

Dal 22 febbraio in libreria il nuovo romanzo di Linwood Barklay, "Prima che sia troppo tardi"

La trama: Quel mattino, Sydney non si era voltata. Al volante, gli occhi fissi davanti a sé, aveva ignorato il suo saluto. È questa l’ultima immagine che Tim Blake conserva di sua figlia, dell’ultimo giorno in cui l’ha vista.

A colazione avevano litigato, per un paio di occhiali troppo costosi su cui lui aveva insinuato qualche sospetto. Del resto, sapeva che sua figlia non era un angelo. Ma aveva pur sempre diciassette anni. La sera, Tim avrebbe cercato di fare pace, ordinando la pizza che le piaceva. Alle sette, però, non era ancora rientrata, né un’ora più tardi. Non aveva chiamato per avvisare, e non era raggiungibile al telefono. La verità è che non sarebbe mai tornata quella sera. Né quella successiva. Né quella dopo ancora.

Nessuno sa nulla. Nemmeno all’albergo dove Sydney aveva trovato lavoro per l’estate. O almeno, così lei ha fatto credere a suo padre: perché, all’albergo, nessuno sa chi sia Sydney Blake. Mentre la polizia aggiunge il caso all’infinita lista delle persone scomparse, il ritrovamento della macchina della ragazza, con evidenti tracce di sangue sulla portiera e sul volante, smentisce l’ipotesi di una semplice fuga da adolescente. Nel frattempo, il padre riceve una mail da una sconosciuta che sostiene di aver visto Sydney, ma è solo la prima di una serie di trappole e false piste che trascinano Tim in una rete di mistero sempre più intricata. In cui qualcuno cerca di incastrarlo.
Quando la polizia comincia addirittura a sospettare di lui, l’uomo decide di trovare Sydney da solo. Per farlo dovrà però affrontare l’interrogativo più penoso per un padre: quanto conosceva davvero sua figlia?

Profilo: Linwood Barklay,  nato negli Stati Uniti, è cresciuto e vive tuttora in Canada. Dopo una laurea in Lettere, ha iniziato a collaborare con varie testate, tra cui il «Toronto Star», su cui ha tenuto una rubrica fissa dal 1993 al 2008, quando si è dedicato completamente al mestiere di scrittore. Il suo thriller "Senza dirsi addio" (Piemme, 2009), tradotto in oltre trenta lingue, è stato un bestseller in tutto il mondo e addirittura il libro più venduto del 2008 in Gran Bretagna. Successo replicato da "Il vicino di casa" (Piemme, 2010), vincitore dell’Arthur Ellis Award (il principale premio riservato ai thriller in Canada), e da "Prima che sia troppo tardi".

Concorsi: Gran Giallo CastelBrando e ParoleinGiallo


Dopo il successo della prima edizione, il Centro Culturale di CastelBrando organizza il concorso Gran Giallo 2011 dedicato al giallo d'autore. Sono ammessi racconti inediti ambientati parzialmente in Italia di genere giallo nelle sue varie sfumature: gialli d’enigma, d’azione, polizieschi, di suspence, noir. La scadenza per la presentazione degli elaborati è il 15 aprile 2011, la quota di partecipazione è pari a € 20. La premiazione si svolgerà a maggio 2011 a Castelbrando; Al vincitore verranno riconosciuti un premio in danaro di € 500,00 e un voucher omaggio comprensivo di soggiorno di una notte in castello e ingresso al centro benessere. 

Per maggiori informazioni; grangiallo@castelbrando.it



L’Associazione Aussie e Napolinoir, in collaborazione con Il Contrapasso, Fondazione Plart, Lions Mergellina, Simone per la Scuola, Nocillo Galzerano, Voyage pittoresque e Boopen Led, indice la IIIª edizione del premio di scrittura creativa ParoleinGiallo riservato agli studenti di ogni ordine e grado, nonché a tutti gli universitari. Il concorso è indetto allo scopo di incentivare la lettura e la scrittura, di favorire l’espressione della creatività dei giovani.

 Il Concorso prevede la realizzazione di opere letterarie di genere giallo (poesie, racconti, sceneggiature, testi teatrali ) e grafiche (disegni, fumetti, graphic story – esclusivamente per le scuole Primarie) ispirate al tema: MUSE ASSASSINE


La partecipazione è gratuita, la scadenza per la consegna degli elaborati è il 31 marzo 2011. scarica il bando del concorso e la scheda di adesione

martedì 15 febbraio 2011

Premio NebbiaGialla 2011 - Il Bando


Online il bando della seconda edizione del Premio NebbiaGialla di letteratura noir e poliziesca.

Al premio potranno partecipare tutte le opere pubblicate in Italia fra il 1 febbraio 2010 e il 31 gennaio 2011. Ogni Editore è invitato ad inviare alla Biblioteca Comunale di Suzzara (Mn), un massimo di 3 titoli entro e non oltre il 31 marzo del 2011.

Le opere saranno giudicate prima da una Commissione scientifica, poi, la Giuria di Qualità – formata quest’anno da Paolo Roversi, presidente della Giuria, e gli scrittori Bruno Morchio, Patrizia Debicke, Adele Marini, Carlo Martigli e Eugenio Tornaghi (vincitore della prima edizione del Premio) – designerà i tre romanzi finalisti, entro il 31 maggio 2011. I tre romanzi saranno poi votati dalla Giuria popolare, composta da un minino di 40 a un massimo di 50 lettori, di cui almeno 30 cittadini suzzaresi, che decreterà il vincitore.
 

Intervista con Alfredo Colitto

In occasione dell'uscita del nuovo romanzo "il Libro dell'angelo" proponiamo anche sul nostro blog l'intervista a Alfredo Colitto pubblicata il 31 gennaio sul numero zero della nostra WebZine Knife:

"I tuoi romanzi storici "Cuore di ferro" e "I discepoli del fuoco" hanno come protagonista il medico bolognese Mondino de' Liuzzi, realmente esistito. Come nasce il tuo interesse per questo personaggio e come è evoluto nella tue storie?

Con Mondino è stato un colpo di fulmine. Stavo facendo le ricerche per Cuore di Ferro, avevo già un’idea della storia, ma il protagonista che avevo scelto non mi quadrava. Poi ho scoperto Mondino, e ho capito di aver trovato il mio protagonista. Il carattere collerico che ha nei romanzi l’ho inventato io, ma sono abbastanza convinto di non essere troppo lontano dal vero. Nelle mie storie ho rispettato quel poco che si sa della sua biografia, ma ci ho messo molto di mio.

Alla tua attività di scrittore e traduttore, affianchi quella di insegnamento di scrittura creativa presso la scuola Zanna Bianca di Bologna, da te fondata insieme ad altri scrittori. Quanto hai ricevuto da questa esperienza?

Ho ricevuto e ricevo molto dall’insegnamento. La storia che insegnando si impara molto è ormai diventata un luogo comune, tuttavia un luogo comune è tale proprio perché è vero. Durante una lezione di scrittura, analizzando insieme agli allievi le problematiche narrative, ascoltando le loro domande e dovendo elaborare risposte coerenti, ho imparato a essere più sistematico, cosa che mi aiuta molto nella scrittura dei romanzi storici. Quello che ricevo dal punto di vista umano, invece, è semplicemente impagabile. E ogni volta che uno degli ex allievi di Zanna Bianca pubblica un romanzo o un racconto, provo una grande soddisfazione.
 
Hai vissuto molto all'estero, soprattutto in Messico dove hai ambientato il tuo primo romanzo Cafè Nopal. I viaggi e la conoscenza di culture diverse cosa hanno portato nella tua narrativa?

Non sono certo di cosa viaggi e la vita in altri Paesi abbiano portato nella mia narrativa. Forse un senso di apertura, una tendenza a considerare diversi punti di vista e non solo uno. La cosa certa è che mi hanno arricchito molto come persona.

Quali sono gli ingredienti indispensabili di un thriller storico?

Secondo me, lo scopo principale di qualsiasi romanzo storico è quello di portare il lettore dentro un’epoca passata, di fargliela vivere come se fosse lì. Quindi è indispensabile una buona ambientazione. Se poi il romanzo storico è anche un thriller, ci vuole tensione, una vicenda che tenga il lettore incollato alle pagine. Last but not least, come in qualsiasi romanzo, ci vogliono personaggi forti, dei quali il lettore si innamori almeno per lo spazio della lettura del libro. Se un personaggio non ti coinvolge, non ti viene voglia di andare avanti per sapere cosa gli succederà.

Riesci a portare avanti parallelamente le attività di traduttore e di scrittore? Tra i tuoi testi tradotti, quale è l'autore che ti ha creato più difficoltà?

Ci riesco benissimo, perché sono due lavori che in qualche modo si compenetrano. Tuttavia in quest’ultimo periodo ho dovuto ridurre le traduzioni, perché l’attività di scrittore mi impegna parecchio. In quanto alla seconda domanda, dico sempre che i libri più difficili da tradurre sono quelli scritti male. Perciò l’autore che mi ha creato più difficoltà preferisco non nominarlo… 


Arriviamo al tuo nuovo romanzo, "Il libro dell'Angelo". Quale è stata la scintilla che ha fatto nascere questo nuovo progetto?

Le scintille sono due. La prima è che la Bologna medievale cominciava ad andarmi un po’ stretta. Mi piaceva l’idea di cambiare città, anche se ho dovuto rifare da capo tutta la ricerca storica.

La seconda è che a me Venezia piace moltissimo, e la sfida di ricostruirla com’era nel medioevo, con più canali e meno ponti, con ricchi palazzi circondati da case di legno e una sola grande piazza pavimentata, mi è sembrata affascinante. Così, in questo terzo romanzo, Mondino va a Venezia. E si trova alle prese con un mistero che risale ai tempi di Noè…
 
 
Biografia: Alfredo Colitto è nato a Campobasso e vive a Bologna. All’attività di scrittore affianca quella di traduttore per alcune tra le maggiori case editrici italiane e insegna scrittura creativa presso la scuola Zanna Bianca di Bologna. È noto al grande pubblico soprattutto per i thriller storici pubblicati con Piemme, che hanno come protagonista il medico Mondino de’ Liuzzi: Cuore di ferro (finalista al Premio Salgari), I discepoli del fuoco (finalista al Premio Azzeccagarbugli e vincitore del Premio Mediterraneo del Giallo e del Noir) e Il libro dell’angelo. I diritti dei suoi libri sono stati venduti in Spagna, Germania, Inghilterra, Canada e Brasile. Ha pubblicato inoltre Il candidato, Aritmia Letale, Duri di Cuore, Café Nopal, Bodhi Tree. Ha partecipato a numerose antologie di racconti, tra cui: Il ritorno del Duca (Garzanti), History & Mystery e Seven (Piemme), Anime Nere Reloaded (Mondadori).
 

Il Libro dell'Angelo

Venezia, maggio 1313 Mentre fervono i preparativi per la festa della Sensa, che culminerà con lo Sposalizio del Mare, l’acqua alta trascina in Piazza San Marco i cadaveri di tre bambini crocifissi.

Un anziano ebreo ingiustamente accusato dell’omicidio si toglie la vita in carcere, lasciando sul muro della cella una frase latina che non svela nulla. Ma allora perché si è dato la pena di scriverla con il sangue? La macabra scoperta sembra in qualche modo collegata al Sefer ha Razim, il Libro dei Segreti, dettato secondo la leggenda dall’angelo Raziel a Noè e da questi trascritto su una tavoletta di zaffiro.

Questo è il mistero che Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista dello Studium di Bologna, è chiamato a risolvere a Venezia. Ma subito Mondino si scontra con il nobile che ha ordinato l’arresto dell’ebreo, con la donna che ama, con quella che ha amato e forse ama ancora e persino con il suo amico Gerardo. Il giovane ex Templare, infatti, in un primo momento si rifiuta di aiutarlo, perché anche lui ha una missione da compiere: mettere in salvo la mappa per raggiungere le misteriose Terre Australi al di là dell’oceano, di cui qualcuno ha trovato traccia nel Liber Floridus di Lamberto di Saint Omer. Ha inizio così una vicenda d’intrigo e di morte, in cui Mondino sfidando il potere di Venezia e a rischio della sua stessa vita, dovrà sciogliere l’enigma di una stirpe di custodi che risale ai tempi del Diluvio, in un’implacabile corsa contro il tempo.
 
(Nero Cafè - a cura di Alessandro Manzetti)

domenica 13 febbraio 2011

Il Falcone Maltese: l'Hard Boiled secondo Dashiell Hammett

“La mascella di Samuel Spade era ossuta e pronunciata, il suo mento era una V appuntita sotto la mobile V della bocca. Le narici disegnavano un'altra V, più piccola. Aveva occhi giallo-grigi, orizzontali. Il motivo della V era ripreso dalle spesse sopracciglia che si diramavano da due rughe gemelle al di sopra del naso aquilino e l'attaccatura dei capelli castano-chiari scendeva a punta sulla fronte partendo da un'ampia stempiatura. Somigliava, in modo abbastanza attraente, a un diavolo biondo”.

Così inizia il "Falcone Maltese", il miglior romanzo di Dashiell Hammett. Scomparso esattamente cinquant'anni fa, l'autore di New York è stato probabilmente il padre della scuola dei duri americani, alla quale hanno dato il loro contributo, tra gli altri, David Goodis e Raymond Chandler. E si dice che non vi sia romanziere americano, nell'ambito del noir, che non si sia ispirato in qualche modo a lui.

Con Hammett, e con Chandler, nasce il detective privato come lo conosciamo ancora oggi, duro, furbo, spregiudicato e, spesso, vincente a discapito di tutto e tutti. Sam Spade (interpretato al cinema da Humphrey Bogart, per la regia di John Huston) è prototipo dei detective americani. La bravura di Hammet sta anche nel fatto che lui, il detective, lo ha fatto davvero per un po', presso la mitica agenzia Pinkerton. Dall'agenzia si licenziò quando gli fu imposto un compito nel tentativo di rovesciare gli scioperi attuati dagli operai americani. Egli provò una profonda delusione per quello che non riteneva giusto e che, a suo parere, non doveva essere un lavoro da “private eye”. La scelta lo portò a subire l'accusa di comunismo, con conseguente condanna al carcere (erano gli anni del maccartismo)

In seguito, Hammett si sposò, ebbe due figli, ma il matrimonio fallì. Ebbe anche problemi con l'alcool e si ammalò di TBC. La scrittura, in qualche modo, lo tenne a galla.


Il Falcone Maltese racconta del cinico e durissimo Spade, incaricato di ritrovare la statuetta da cui il titolo, e che lo vedrà impegnato tra gangster, ricchi collezionisti senza scrupoli, uomini d'affari, informatori, poliziotti a caccia di colpevoli a qualunque costo, e la classica donna fatale.

La caccia alla statuetta, antico dono dei Cavalieri di Rodi all'imperatore Carlo V, genera una lotta senza confini disseminata di cadaveri per le strade di New York, tra cui quello del socio di Spade. Il quale è sempre in bilico tra i diversi contendenti e i poliziotti, a caccia di un colpevole da assicurare al procuratore distrettuale. Spade è un misto di abilità, cinismo ed intelligenza. La sua abilità lo terrà fuori dai guai.



Lo stile di Hammet è asciutto, secco, immediato, diretto. Azzeccati anche i cliché della segretaria, Effie Perine, del poliziotto buono, il sergente Tom Polhaus e di Brigid O'Shaughnessy, la misteriosa pupa che ingaggia Spade, facendolo entrare nel vortice dell'avventura, alla caccia della statuetta.

Lettura consigliatissima per gli amanti del genere, Il Falcone Maltese, nel primo anno d'uscita (1930) è stato ristampato ben sette volte.

(Nero Cafè - Cristian Fabbi)



sabato 12 febbraio 2011

Odore di chiuso

"Odore di chiuso" di Marco Malvaldi (Sellerio)

Un giallo di ambientazione ottocentesca: il castello, i delitti, la nobiltà decaduta, il maggiordomo e, un italiano memorabile, il grande letterato gourmet, studioso di storia naturale, Pellegrino Artusi. Sarà proprio il cuoco baffuto con il suo acume a fiutare il colpevole del gelido delitto piombato nella dimora del barone Bonaiuti.

In un castello della Maremma toscana vicino alla Bolgheri di Giosue Carducci, arriva un venerdì di giugno del 1895 l’ingombrante e baffuto Pellegrino Artusi. Lo precede la fama del suo celebre La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, il brioso e colto manuale di cucina, primo del genere, con cui ha inventato la tradizione gastronomica italiana. Ma quella di gran cuoco è una notorietà che non gli giova del tutto al castello, dove dimora la famiglia del barone Romualdo Bonaiuti, gruppo tenacemente dedito al nulla.

La formano i due figli maschi, Gaddo, dilettante poeta che spera sempre di incontrare Carducci, e Lapo, cacciatore di servette e contadine; la figlia Cecilia, di talento ma piegata a occupazioni donnesche; la vecchia baronessa Speranza che vigila su tutto dalla sua sedia a rotelle; la dama di compagnia che vorrebbe solo essere invisibile, e le due cugine zitelle. In più, la numerosa servitù, su cui spiccano la geniale cuoca, il maggiordomo Teodoro, e l’altera e procace cameriera Agatina.

Contemporaneamente al cuoco letterato è giunto al castello il signor Ciceri, un fotografo: cosa sia venuto a fare al castello non è ben chiaro, come in verità anche l’Artusi. In questo umano e un po’ sospetto entourage, piomba gelido il delitto. Teodoro è trovato avvelenato e poco dopo una schioppettata ferisce gravemente il barone Romualdo. I sospetti seguono la strada più semplice, verso la povera Agatina. Sarà Pellegrino Artusi, grazie alla sua saggezza e alle sue originali letture, a dare al delegato di polizia le dritte per ritrovare la pista giusta.

In "Odore di chiuso" Malvaldi ha lasciato al momento l’improvvisata squadra investigativa dei vecchietti del BarLume per potersi dedicare a un vero giallo classico, basato su interrogatori, intuizioni e conclusioni deduttive. Ha scelto l’epoca di un’Italia da poco unificata e ancora impastoiata nei particolarismi nobiliari con riferimenti storico letterari che occhieggiano ironicamente all’oggi. Ma senza abbandonare la sottigliezza umana che gli permette di disegnare ogni personaggio con insolente umorismo, offrendo gallerie di caratteri e situazioni comiche capaci di divertire tanto quanto l’ingegnosità dell’intreccio.

Marco Malvaldi ha pubblicato per Sellerio i tre romanzi della serie dei vecchietti del BarLume: "La briscola in cinque" (2007), "Il gioco delle tre carte" (2008) e "Il re dei giochi" (2010).

Stanze Nascoste

"Stanze Nascoste" di Derek Raymond (Meridiano Zero)

Dopo "Incubo di strada", Meridiano Zero ci regala un'altra perla di un grande maestro del noir, "Stanze Nascoste" di Derek Raymond

In "Stanze Nascoste" (scritto nel 1991) lo scrittore inglese racconta le vicende della propria vita sospesa tra ricchezza e gang di strada. Ma il romanzo è anche  il suo testamento letterario, il suo personale manuale di vita e di scrittura in cui cerca di spiegare al lettore le sue passioni per maestri come Gogol, Babel, Poe, Collins, Dostoevskij, Shakespeare e la sua metafisica del Noir.

Più che una autobiografia, "Stanze Nascoste" è stato definito un labirinto per comprendere Raymond, ed è proprio quella la sensazione che emana tra le pagine, quando ci perdiamo proprio nel momento in cui pensiamo di essere vicini.

Robin William Arthur Cook, più noto come Derek Raymond, era nato, come un piccolo principe, tra le lusinghe e i privilegi delle classi alte, il 12 giugno 1931, a Baker Street, a qualche passo dalla casa di Sherlock Holmes.

Cresciuto tra Eton e il castello di famiglia nel Kent, avrebbe potuto vedere esaudito ogni suo capriccio. Ma la Seconda guerra mondiale portò via la possibilità di essere al contempo innocenti e fortunati. Sotto le bombe la morte era troppo vicina, l'iniquità del classismo troppo nuda. Raymond decise di abbandonare la comodità e di cercare una nuova casa tra i bordelli, i quartieri maledetti, i bar malfamati e le prigioni dell'Europa.

Della Spagna di Franco, dell'Italia liberata, della Francia dei piccoli borghi, abitò i marciapiedi sporchi di sangue e di malavita, e la terra fertile dei contadini, godendo il piacere del vino e della stanchezza nelle braccia. Ha fatto ogni lavoro possibile, ha lasciato che la fatica e il bere solcassero il suo viso in un reticolo di rughe aspre come ferite, è ritornato a Londra per immergersi nel sottobosco della criminalità degli anni '60; la sua stessa vita è stata un noir.

Non ha mai avuto un soldo in tasca, nemmeno quando per strada veniva riconosciuto come il grande autore de Il mio nome era Dora Suarez, e ha sempre saputo che la sua essenza era nella scrittura, il noir era il suo modo di tenere la vita nel palmo, come un cuore pulsante, sofferente, disperato.

Raymond stesso ha descritto l'anima del noir, una specie di legge etica del genere, secondo la sua visione: Lo scopo del noir è mostrare tutta la merda che lo Stato, come una vecchia domestica isterica, cerca costantemente di nascondere sotto il tappeto. Il noir solleva il tappeto davanti al maggior numero di gente possibile dicendo: "Non pensate anche voi che qua sotto ci sia una gran puzza di merda?"

venerdì 11 febbraio 2011

Il commissario Hunkeler e l'amuleto

"Il commissario Hunkeler e l'amuleto" di Hansjörg Schneider (Edizioni Casagrande)


Basilea, città svizzera di confine tra Francia e Germania, crocevia di traffici internazionali, legali e illegali. In un vecchio appartamento giace il cadavere di una donna turca con il volto sfigurato. Al collo, un amuleto raffigurante una coppia in barca. Il marito viene subito arrestato, per la polizia il colpevole è lui, inutile indagare oltre – per la polizia, ma non per il commissario Hunkeler, intimamente persuaso della sua innocenza.

Senza un mandato esplicito, quasi controvoglia, Hunkeler comincia a interrogare vicini di casa e conoscenti della vittima e a frequentare i bassifondi del quartiere in cui è avvenuto l'omicidio. È ossessionato dal volto sfigurato della giovane donna, come se, per il solo fatto di averlo visto, avesse contratto un debito con lei.

Stretto tra questa ossessione e l'ottusa arroganza del collega Madörin e dei suoi superiori, il disilluso ma tenace commissario Hunkeler ci offre in questo romanzo una bella lezione sull'arte di investigare, e non solo: per uscire dal labirinto bisogna essere disposti a perdersi, ad aspettare, a rinunciare alle certezze più rassicuranti e a calarsi nella realtà senza pregiudizi, quasi che, per ragionare bene, fosse necessaria una buona dose di irragionevolezza. L'amore di una donna solare e indipendente come la sua Hedwig, infine, aiuterà Hunkeler a reggere anche i colpi più duri.

giovedì 10 febbraio 2011

Reality Nero

Reality nero di Ian Rankin e Werther Dell’Edera (Planeta DeAgostini)

“Qualunque cosa ci stia capitando ha a che fare con la morte. Vi prego di concentrarvi su questo. Questi fenomeni sono collegati a voi in qualche modo. Non sono casuali.”

In questo numero di From Hell ci permettiamo un’ammiccata all’horror, con questo Reality Nero, uscito in Italia per Planeta DeAgostini, che ha per protagonista John Constantine.

Per chi non lo conoscesse, Constantine è uno dei più celebri personaggi Dc Vertigo, creato nei lontani anni ’80 sulle pagine di Swamp Thing da quell’incomparabile genio di nome Alan Moore. Personaggio dalle molte sfaccettature, protagonista della serie Hellblazer, John Constantine non è un “detective dell’occulto” (come viene, a mio parere impropriamente, definito nella quarta di copertina di Reality Nero); è piuttosto uno che nell’occulto è entrato per curiosità e divertimento, e ne è rimasto invischiato per sempre. Espressione della classe popolare, fortemente critico verso l’autorità costituita, Constantine ha sempre dato il meglio di sé quando raccontato da autori al vetriolo come Jamie Delano, Garth Ennis o Warren Ellis (anche se quest’ultimo ha lasciato la serie dopo poco tempo, lamentando qualche problema di censura).

In Reality Nero di Rankin e Dell’Edera, Constantine deve affrontare quello che è un vero orrore quotidiano: i reality. Casa stregata è lo show televisivo del momento: i concorrenti devono sopravvivere alle paure giostrate ad arte dai produttori del programma e cercare nel frattempo la stanza segreta, che porterà chi la trova alla vittoria. Quando la casa inizierà a reagire e spaventare gli abitanti per conto proprio, la produzione chiederà l’aiuto di Constantine per scoprire cosa sta accadendo.

Ian Rankin, scozzese, è un affermato scrittore di gialli alla sua prima graphic novel. In questo Reality Nero l’idea di base c’è e si vede. Dare un prospettiva contemporanea a un tema classico dell’horror come una casa infestata, mettendoci dentro concorrenti, confessionali e ascolti TV, è un ottimo spunto, ma non posso dire di aver gradito come questo sia stato svolto. Nulla da dire sulla prima parte del libro, in cui la carica critica di Constantine nei confronti dei reality e del business che li circonda si fa sentire. Il problema è dato, invece, dal cambio di tono della seconda parte (sottolineato anche con il passaggio da pagine bianche a pagine nere), che, con i suoi sviluppi “orrorifici” e una storia che perde di linearità, annulla in parte l’impatto critico ottenuto all’inizio.

La sensazione è che, con tanto potenziale, si potesse fare molto di più.

Ottimi i disegni dell’italiano Werther Dell’Edera: un tratto netto, in bianco e nero, per tavole dal contenuto essenziale, anche se talvolta la carenza di dettagli rischia di rendere l’ambientazione troppo asettica.

Una storia che dà qualche momento di intrattenimento, ma che non aggiunge molto al personaggio di Constantine. Una buona lettura, ma prescindibile per chi non sia un fan di Hellblazer.

(Nero Cafè - Marco Battaglia)


mercoledì 9 febbraio 2011

Il segreto delle ossa

"Il segreto delle ossa" di Robin Cook (Sperling & Kupfer)

Stimato medico di New York, Jack Stapleton ha sempre avuto una fiducia illimitata nel potere della scienza. Ecco perché, quando il figlio si ammala gravemente, sente venir meno tutte le certezze. Disperato, si orienta verso le medicine alternative, nonostante il suo scetticismo. Ma nel lungo cammino verso la guarigione del bambino, Jack è disposto a tutto. Anche a incrociare la sua strada con quella di due vecchi compagni di college: lo spregiudicato archeologo e studioso della Bibbia, Shawn Daughtry, e il rigido cardinale arcivescovo di New York, James O'Rourke.

 È disposto anche a credere alla scoperta di Shawn: un antico codice con informazioni che potrebbero consegnarlo agli annali della storia, nel quale forse è custodito il miracoloso rimedio per salvare la vita del piccolo. Ma questa rivelazione minerebbe le fondamenta stesse della Chiesa. Inizia così una corsa contro il tempo che porta Jack fino a Roma, nel cuore della cristianità, dove sono conservate le ossa dal potere divino. Intensa e coinvolgente, l'ultima avventura dell'eroe Stapleton, è un mix mozzafiato di suspense, esoterismo e mistero. Una nuova frontiera del medical thriller che mescola scienza, antiche credenze e sconvolgenti, possibili misteri.

Robin Cook vive e lavora in Florida. Laureato alla Columbia University, si è specializzato in Medicina a Harvard. È considerato l'inventore del genere medical thriller. I suoi libri sono bestseller in tutto il mondo: tradotti in più di quaranta lingue, hanno venduto oltre cento milioni di copie e ispirato film di grande successo.
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