venerdì 9 settembre 2011

I segreti della mente (al cinema)

Vita sociale azzerata e vita online densa di appuntamenti. I personaggi di Chatroom sono così, chi per un verso e chi per l'altro schifano la propria vita e la propria realtà, trovando solo online persone con cui parlare in grado di comprenderli. Ma nelle chatroom si aggira anche una mela marcia che finge di comprendere e in realtà vuole manipolare.
Noto in tutto il mondo per essere stato il regista di Ringu, film che contribuì a definire la categoria di j-horror e renderla famosa anche grazie ad un remake americano (The ring), Hideo Nakata fino ad oggi non è riuscito a sopravvivere al proprio mito. Schiacciato da una serie sequel e di pellicole già fin dallo script non all'altezza di quell'exploit, con Chatroom porta in scena una variazione sul tema dei mezzi di comunicazione che portano morte.
C'è sempre una tecnologia che "rappresenta" a fare da snodo letale o da tramite in grado di veicolare l'istinto di morte, questa volta è internet (che a sua volta poi contiene il video) e in particolare la chat, cioè la possibilità di dialogare con sconosciuti. Uno strumento che, sembra affermare Nakata, per sua natura facilita la mistificazione e attira i disadattati. Seguendo infatti uno stereotipo molto in voga al cinema come sui giornali, i personaggi di Chatroom non trascorrono un po' di tempo in rete ma ore e giornate intere, aliendandosi dalla vita vera e inseguendo false chimere.
Lontano dalle atmosfere horror e vicino (ma solo nelle intenzioni) a quelle thriller Nakata cerca di creare un universo visivo che possa portare al cinema il cunicolo di commenti, messaggi e comunicazioni istantanee della rete. Quando i protagonisti parlano tra di loro attraverso i computer il regista ce li mostra più belli, immersi in uno spazio colorato, patinato e tanto felice quanto fasullo che contrasta apertamente con il grigiore dei colori desaturati della loro vita normale. La chat è appetibile, come il demonio, a cui più volte viene accostato visivamente il maniacale protagonista, ma il mondo reale è la realtà con cui fare i conti.






Fonte: Mymovies.it

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